L’olio, nelle sue numerose e talvolta complesse formulazioni, è un fluido lubrificante che svolge infiniti compiti all’interno degli assets industriali. La sua “mission” è talvolta eterogenea, ma improntata comunque a proteggere le superfici dall’aggressione di agenti chimici e fisici; rimuovere il calore, trasferendolo agli appositi scambiatori; trasportare i contaminanti solidi o liquidi verso i sistemi filtranti; rivestire le superfici in movimento con adeguato spessore di film lubrificante (si parla di “lubricità”) a protezione dagli attriti indesiderati e dall’usura meccanica, con particolare attenzione alle fasi “transitorie”. Queste sono solo alcune delle gravose mansioni a cui (in maniera inconscia) sottoponiamo il prodotto che per tradizione definiamo in maniera generica “olio”.

Come pure il grasso (che altro non è se non una sorta di “spugna” sintetica in grado di trattenere nel suo reticolo molecolare quantità importanti di olio, pronto ad essere ceduto solo quando è richiesto. Ma anche in questo caso si tratta (al giorno d’oggi) di una serie di prodotti davvero molto diversi tra sé; e tra questi i più diffusi, le basi minerali paraffiniche, ma anche sintetiche, i prodotti glicolici o gli esteri. Una moltitudine di sostanze tra sé non sempre miscibili, se non incompatibili, che dobbiamo imparare a gestire, per sfruttare al meglio le potenzialità dei nostri assets e dei prodotti con cui li lubrifichiamo. L’evoluzione di tali “specie chimiche” ha avuto luogo negli ultimi 50 anni, diciamo dal secondo dopoguerra, a seguito dello sviluppo di specifici prodotti per uso aeronautico, per l’autotrasporto, oleodinamici ed altri impieghi sempre più critici.

Alcune crisi di natura politico/strategica (e non ultimo, economica) hanno spinto a progettare le nuove basi sintetiche, per supplire alle carenze del mercato petrolifero, al tempo stesso formulando fluidi in grado di sopportare situazioni di stress termico e meccanico inimmaginabili. Oggi è possibile scegliere (consultando le schede tecniche e di sicurezza fornite dai costruttori di lubrificanti) tra un’incredibile serie di sostanze, proprio ciò che meglio risponde al nostro caso specifico. Questa ampia scelta vale per gli oli ed anche per i grassi, nella loro variegata formulazione, in virtù degli addensanti utilizzati.

La grande offerta di alternative, assieme alla loro specificità di uso, costringe tuttavia il tecnico di manutenzione ad acquisire alcune cognizioni tecniche basilari, per evitare di combinare degli “arrosti” in caso di cattiva manipolazione dei prodotti. L’aggiornamento e l’istruzione di base, sono oramai una condizione ed un requisito essenziali per muoversi in sicurezza attraverso i meandri della Manutenzione, ed in particolare tra le “schede prodotto” dei lubrificanti. Cruciale è la corretta gestione delle cariche, che tradizionalmente si basa su una periodicità concordata in partenza tra il costruttore delle macchine ed il conduttore degli impianti. Siamo in una classica fase di Manutenzione Preventiva Ciclica, in cui al raggiungimento di “tot ore o Km” si effettua la sostituzione dell’olio con il nuovo prodotto, per poi ripartire con l’esercizio, in condizioni di tranquillità.

Vale nel settore autotrazione o industriale; in impianti oleodinamici medi o grandi, esposti a condizioni ambientali più o meno stressanti. E tendenzialmente, tale misura appartiene ad una forma mentis di tipo prudenziale; la sostituzione delle cariche effettuata (in generale) con ampio margine di anticipo, ci fa sentire la coscienza in ordine e il “fare di più” non guasta mai. Ma in situazione di ristrettezze economiche, di fatturati in calo, ed anche di necessità di contenere le emissioni e gli scarichi nocivi immotivati, spingono molte aziende nella direzione di preservare i prodotti di lubrificazione, estendendone il periodo di esercizio.

Si conviene di sostituire l’olio, ed eventualmente i filtri, solo e soltanto quando tale passaggio (con i vari tempi e costi correlati) è davvero necessario. Per passare così da un momento di Manutenzione Ciclica a “su condizioni”, il primo step da compiere è varcare la soglia delle competenze tradizionali ed accettare alcuni principi, non facili da assimilare. Gli argomenti che dobbiamo padroneggiare per gestire al meglio non solo il lubrificante ma l’intero asset, sono i seguenti:

  • Strategie di manutenzione

  • Tecniche di manutenzione preventiva e predittiva

  • Teoria della lubrificazione

  • Tipologie di lubrificanti

  • Selezione e criteri di scelta di un prodotto lubrificante

  • Controllo delle condizioni chimico fisiche di un lubrificante

  • Ottimizzazione della gestione delle cariche olio

  • Movimentazione e corretto stoccaggio

  • Sicurezza nella manipolazione dei lubrificanti

Per garantire la buona salute dell’olio e dei nostri macchinari, dobbiamo diventare il loro medico curante. Dottori, però, non ci si improvvisa! Mecoil Diagnosi Meccaniche, grazie alla collaborazione con ICML, ed in qualità di licensed partner Noria Corp., organizza Corsi di Primo livello per MLT “Machine Lubrication Technician”allo scopo di fornire ai tecnici di manutenzione nozioni utili per gestire al meglio impianti oleodinamici e sistemi di lubrificazione complessi. Visita la nostra sezione “Eventi” e scopri le date previste per il 2018.

Qual è lo stato di salute dei nostri macchinari? Come diventare il loro medico curante.